Cascate di San Fele e gabbioni ancora perfetti dopo 50 anni

Un angolo di Paradiso nella nostra Italia: le Cascate di San Fele, incastrate nel mezzo dell’Appennino Lucano, in cui i Gabbioni Metallici vengono proficuamente utilizzati da oltre 50 anni.

Le Cascate del Borgo di San Fele, provincia di Potenza, sono una splendida attrazione naturalistica assolutamente da visitare. Come capita molto spesso, probabilmente nella nostra vita ci siamo passati non troppo lontani, eppure non abbiamo nemmeno immaginato potesse esistere un angolo così particolare inserito in una provincia di cui ci ricordiamo troppo di rado. Il torrente che origina le cascate si chiama Bradano, e attraversa l’Appennino, creando uno spettacolo da togliere il fiato. Tanto in estate, con il verde e il muschio profumato, che in inverno, quando l’acqua sembra spuntare dalla neve fresca.

La forza dell’acqua: potente ma pulita

Il Bardano, durante il suo corso di torrente nervoso, prima di tuffarsi nel Mar Adriatico, mescolandosi al fiume Ofanto, crea numerose di queste cascate e cascatelle, tanto che la zona viene da sempre chiamata “U Uattenniere”, che ricorda come sia piena di piccoli mulini per i cereali, e più grandi apparechchiature tipiche di un’epoca preindustriale, come la Gualchiera, macchina per la lavorazione della lana.

La forza dell’acqua, dunque, imbrigliata dall’uomo per far funzionare macchinari senza benzina nè gasolio, senza combustibili fossili inquinanti, dunque, ma altrettanto validi ed efficienti, per l’epoca in cui si trovavano.
In questo caso i Gabbioni Metallici sono stati utilizzati più di 50/60 anni fa, e ancora sono visibili sul posto, nel letto e sulle sponde del torrente, a contenere la forza distruttiva dell’acqua, a veicolarla verso l’attacco dei mulini e di tutti gli apparecchi a forza idraulica.Gabbioni Metallici che ancora oggi contengono un piccolo laghetto, dove molti anni fa – i più anziani del luogo ancora ricordano – i bambini andavano a fare il bagno nei mesi estivi.

Percorsi per le cascate, in mezzo alla natura

Tornando alle nostre cascate, per raggiungerle esistono due percorsi diversi. Il primo si chiama La Pineta, e corre a fianco del torrente, mostrando gli argini e – appunto – i gabbioni di contenimento. Altri percorsi entrano fra le foreste dell’appennino in modo più deciso, pur in un silenzio assoluto, quasi assordante per chi è abituato alla vita in città caotiche. Il percorso “U Urtone”, ad esempio, fa camminare per circa un’ora, mentre per “Il Paradiso” bastano dieci minuti.
Infine “Il Ponte” è lungo oltre 4,5 chilometri e arriva fino al centro del paese di San Fele, passando su un ponte, da cui prende il nome, che risale all’incirca al 1920.

Qui sotto un video documentario della RAI, in cui si vede il corso del torrente e le cascate, e i gabbioni di contenimento ormai perfettamente integrati e quasi invisibili nel paesaggio.

 

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